ZEFFIX

ZEFFIX

1. DENOMINAZIONE DELLA SPECIALITA` MEDICINALE 
ZEFFIX 100 MG compresse rivestite con film. 
2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA 
Le compresse rivestite con film di Zeffix contengono 100 mg di 
lamivudina. 
Per gli eccipienti, vedere 6.1. 
3. FORMA FARMACEUTICA 
Compresse rivestite con film. 
4. INFORMAZIONI CLINICHE 
4.1 Indicazioni terapeutiche 
Zeffix e` indicato per il trattamento di pazienti adulti con 
epatite cronica B caratterizzata da segni evidenti di replicazione 
virale 
- con malattia epatica scompensata 

- con infiammazione attiva del fegato e/o fibrosi rilevate a 
livello istologico. 
Questa indicazione si basa sull`analisi di end-points sierologici 
ed istologici, che sono derivati principalmente da studi della 
durata di un anno in pazienti HBeAg positivi con malattia epatica 
compensata. 
4.2 Posologia e modo di somministrazione 
La terapia deve essere iniziata da un medico esperto nel 
trattamento dell`epatite cronica B. 
La dose raccomandata di Zeffix e` di 100 mg una volta al giorno. 
Zeffix puo` essere somministrato con o senza cibo. 
Durata del trattamento: 
- nei pazienti HBeAg positivi deve essere somministrato fino alla 
sieroconversione HBeAg (scomparsa di HBeAg e HBV DNA e rilevazione 
di HBeAb) confermata da due prelievi consecutivi di siero, o fino 
alla sieroconversione HBsAg. Puo` essere anche considerata la 
sospensione del trattamento in pazienti HBeAg positivi in caso di 
perdita di efficacia, riscontrata da un persistente ritorno dei 
valori di ALT e HBV DNA a quelli pre-trattamento, da un 
deterioramento epatico evidenziato a livello istologico o da altri 
segni di epatite. 
- nei pazienti HBeAg negativi (mutanti pre-core) la durata 
ottimale del trattamento non e` conosciuta. La sospensione del 
trattamento puo` essere considerata in seguito ad una 
sieroconversione HBsAg o in caso di perdita di efficacia come 
descritto sopra. 
- in pazienti che sviluppano varianti YMDD dell`HBV deve essere 
considerata la sospensione del trattamento in seguito a 
sericonversione HBeAg o se si manifesti una perdita di efficacia 
come descritto sopra. 
- in pazienti con malattia epatica scompensata non e` raccomandata 
la sospensione del trattamento. 
In caso di interruzione di Zeffix, i pazienti devono essere 
periodicamente controllati allo scopo di evidenziare una epatite 
recidivante (vedi 4.4 Speciali avvertenze e opportune precauzioni 
d`impiego). 
INSUFFICIENZA RENALE:
Nei pazienti con insufficienza renale moderata-grave, i livelli di 
lamivudina nel siero (AUC) sono aumentati a causa della ridotta 
clearance renale. Il dosaggio deve pertanto essere ridotto nei 
pazienti con clearance della creatinina inferiore a 50 ml/minuto. 
Se sono richieste dosi inferiori ai 100 mg, si deve impiegare la 
soluzione orale di Zeffix (vedi tabella seguente). 
------------------------------------------------------------------ 
CLEARANCE DELLA DOSE INIZIALE DI DOSE DI MANTENIMENTO 
CREATININA ZEFFIX SOLUZIONE UNA VOLTA AL GIORNO 
(ml/min) ORALE * 
------------------------------------------------------------------ 
30 - minore 50 20 ml (100 mg) 10 ml (50 mg) 
15 - minore 30 20 ml (100 mg) 5 ml (25 mg) 
5 - minore 15 7 ml (35 mg) 3 ml (15 mg) 
minore 5 7 ml (35 mg) 2 ml (10 mg) 
------------------------------------------------------------------ 
* Zeffix Soluzione orale contenente 5 mg/ml di lamivudina. 
I dati disponibili in pazienti sottoposti ad emodialisi 
intermittente (mino/uguale a 4 ore di dialisi 2-3 volte a 
settimana) indicano che dopo la riduzione della dose iniziale di 
lamivudina per compensare la clearance della creatinina, durante 
la dialisi non e` necessaria nessun`altra modifica di dosaggio. 
INSUFFICIENZA EPATICA:
I dati ottenuti nei pazienti con insufficienza epatica, compresi 
quelli con malattia epatica avanzata in attesa di trapianto, 
mostrano che la farmacocinetica della lamivudina non e` 
significativamente influenzata da disfunzioni epatiche. In base a 
tali dati, non e` necessario un aggiustamento della posologia nei 
pazienti con insufficienza epatica a meno che non sia 
accompagnata ad insufficienza renale. 
4.3 Controindicazioni 
L`uso di Zeffiz e` controindicato nei pazienti con 
ipersensibilita` accertata verso la lamivudina o altri componenti 
della preparazione. 
4.4 Speciali avvertenze e opportune precauzioni d`impiego. 
Ad oggi non esistono dati sull`efficacia della lamivudina in 
pazienti con concomitante infezione da epatite Delta o epatite C. 
Esistono dati limitati sull`uso della lamivudina nei mutanti pre- 
core dell`HBV ed in pazienti sottoposti a trapianto di organo e/o 
sottoposti a concomitanti regimi immunosoppressivi, compresa la 
chemioterapia antineoplastica. 
Con una terapia prolungata sono state identificate sub-popolazioni 
virali HBV con ridotta suscettibilita` alla lamivudina (varianti 
YMDD dell`HBV). Il significato clinico a lungo termine di queste 
varianti deve ancora essere pienamente stabilito (vedi 5.1 
Esperienza clinica). 
Durante il trattamento con Zeffix, i pazienti devono essere 
controllati regolarmente: come minimo il livello dell`ALT deve 
essere misurato ogni 3 mesi, quello dell`HBV DNA e dell`HBeAg ogni 
6 mesi. 
Se Zeffix viene sospeso (come specificato nella sezione 4.2 
Posologia e modo di somministrazione), alcuni pazienti potrebbero 
andare incontro ad epatite ricorrente evidenziata clinicamente o 
mediante analisi di laboratorio. In questo caso i pazienti devono 
essere periodicamente monitorati sia a livello clinico che 
attraverso la valutazione di test sierici di funzionalita` epatica 
(livelli di ALT e bilirubina) per almeno quattro mesi, e in 
seguito come previsto dalla pratica clinica. 
Per i pazienti che manifestano evidenza di epatite ricorrente dopo 
trattamento, non esistono dati sufficienti sul beneficio di una 
ripresa del trattamento con lamivudina. 
Coloro che subiscono il trapianto e i pazienti con avanzata 
malattia epatica sono ad alto rischio di replicazione virale 
attiva. A causa di una ridotta funzionalita` epatica in questi 
pazienti, la riattivazione dell`epatite dovuta alla sospensione 
della lamivudina puo` provocare scompenso grave, anche fetale. 
Questi pazienti devono essere controllati per i parametri clinici, 
virologici e sierologici associati con l`epatite B, per la 
funzione renale ed epatica e per la risposta antivirale durante il 
trattamento (almeno ogni mese), e, se il trattamento viene sospeso 
per qualsiasi ragione, per almeno 6 mesi dopo il trattamento. 
I parametri di laboratorio da controllare devono includere (come 
minimo) l`ALT sierica, la bilirubina, l`albumina, l`azotemia, la 
creatinina, e lo stato virologico: antigeni/anticorpi HBV, e dove 
possibile, le concentrazioni sieriche di DNA dell`HBV. I pazienti 
che manifestano segni di insufficienza epatica durante o dopo il 
trattamento devono essere controllati piu` frequentemente come 
ritenuto appropriato. 
Nei pazienti con co-infezione da HIV e che ricevono, o stanno per 
ricevere, la terapia con lamivudina o l`associazione 
lamivudina/zidovudina, deve essere mantenuta la dose di lamivudina 
prescritta per l`infezione da HIV (in genere 150 mg due volte al 
giorno in associazione con altri antiretrovirali). Nei pazienti 
con co-infezione da HIV che non richiedono terapia 
antiretrovirale, esiste il rischio di mutazione HIV quando la 
lamivudina viene usata da sola per il trattamento dell`epatite 
cronica B. 
Non esistono informazioni sulla trasmissione materno-fetale del 
virus dell`epatite B nelle donne gestanti trattate con lamivudina. 
Devono essere eseguite le normali procedure raccomandate per 
l`immunizzazione contro il virus dell`epatite B nei bambini. 
I pazienti devono essere informati che la terapia con lamivudina 
non ha dimostrato di essere in grado di ridurre il rischio di 
trasmissione del virus dell`epatite B. 
Pertanto devono continuare ad essere adottate adeguate 
precauzioni. 
4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di 
interazione 
La probabilita` di interazioni metaboliche e` bassa a causa del 
limitato metabolismo, del basso legame con le proteine plasmatiche 
e della eliminazione renale pressoche` completa della sostanza 
nella sua forma immodificata. 
La lamivudina e` prevalentemente eliminata per secrezione 
cationica attiva. Deve esser tenuta in considerazione la 
possibilita` di interazioni con altri medicinali somministrati in 
concomitanza, particolarmente se la loro via di eliminazione 
principale e` la secrezione renale attiva per mezzo del sistema di 
trasporto dei cationi organici, per esempio trimetoprim. Altri 
medicinali (per esempio ranitidina, cimetidina) vengono eliminati 
solo in parte tramite questo meccanismo e non hanno mostrato di 
interagire con la lamivudina. 
Le sostanze prevalentemente escrete tramite il sistema attivo 
degli anioni organici oppure tramite filtrazione glomerulare 
difficilmente danno luogo ad interazioni significative, dal punto 
di vista clinico, con la lamivudina. 
La somministrazione di trimetoprim /sulfametossazolo 160 mg/800 mg 
determina un aumento di circa il 40% nei livelli plasmatici di 
lamivudina. La lamivudina non ha alcun effetto sulla 
farmacocinetica del trimetoprim o del sulfametossazolo. Tuttavia, 
non e` necessaria alcuna modifica posologica della lamivudina, a 
meno che il paziente non abbia insufficienza renale. 
E` stato osservato un lieve aumento della Cmax (28%) della 
zidovudina quando somministrata in associazione alla lamivudina; 
tuttavia l`esposizione complessiva (AUC) non risulta alterata in 
modo significativo. La zidovudina non ha effetti sulla 
farmacocinetica della lamivudina (vedi 5.2 Proprieta` 
farmacocinetiche). 
La lamivudina non presenta alcuna interazione farmacocinetica con 
l`alfa-interferone, quando i due medicinali sono somministrati 
insieme. Nei pazienti che ricevevano lamivudina in concomitanza 
con comuni medicinali immunosoppressori (per es. ciclosporina A) 
non e` stata riscontrata alcuna interazione sfavorevole rilevante 
dal punto di vista clinico. Tuttavia`, non sono stati realizzati 
studi formali sulle interazioni. 
4.6 Gravidanza ed allattamento 
GRAVIDANZA:
Non e` stata stabilita la sicurezza di impiego della lamivudina 
nella donna in gravidanza. Gli studi sulla riproduzione negli 
animali non hanno evidenziato teratogenicita`, ne` alcun effetto 
sulla fertilita` nel maschio o nella femmina. Quando somministrata 
a coniglie gravide, a livelli di esposizione paragonabili a quelli 
raggiunti nell`uomo, la lamivudina induce letalita` precoce 
dell`embrione. 
In conseguenza del trasporto passivo delle sostanze attraverso la 
placenta, le concentrazioni sieriche della lamivudina nei bambini 
alla nascita erano simili a quelle nella madre e nel cordone 
ombelicale al momento del parto. 
Dal momento che gli studi di riproduzione negli animali non sono 
sempre predittivi della risposta nell`uomo, non raccomanda la 
somministrazione durante i primi tre mesi di gravidanza (vedi 4.4 
Speciali avvertenze ed opportune precauzioni d`impiego). 
ALLATTAMENTO:
Dopo somministrazione orale la lamivudina e` escreta nel latte 
materno a concentrazioni simili a quelle ritrovate nel siero. Si 
raccomanda pertanto che le madri che assumono lamivudina non 
allattino al seno i loro bambini. 
4.7 Effetti sulla capacita` di guidare veicoli e sull`uso di 
macchine 
Non sono stati condotti studi con lo scopo di determinare gli 
effetti della lamivudina sulla capacita` di guida o sull`uso di 
macchinari. Inoltre, un effetto negativo su tali attivita` non 
puo` essere ipotizzato dalle caratteristiche farmacologiche della 
sostanza. 
4.8 Effetti indesiderati 
La lamivudina e` stata ben tollerata negli studi clinici su 
pazienti con epatite cronica B. 
Gli eventi avversi piu` comunemente riportati erano malessere ed 
affaticamento, infezioni del tratto respiratorio, mal di gola e 
disturbi tonsillari, cefalea, colore o crampi addominali, nausea, 
vomito e diarrea. 
L`incidenza delle anomalie nei dati di laboratorio dei pazienti 
con epatite cronica B e` risultata simile tra i gruppi trattati 
con lamivudina e placebo, ad eccezione dell`innalzamento dei 
valori di CPK (che none rano associati a segni o sintomi clinici), 
e dell`innalzamento dei valori di ALT post-trattamento, che erano 
piu` comuni nei pazienti trattati con lamivudina. Non e` chiaro il 
rapporto di questi casi di epatite recidivante con il trattamento 
con lamivudina o con la condizione patologica pre-esistente (vedi 
4.4 Speciali avvertenze e opportune precauzioni d`impiego). 
In pazienti con infezione da HIV sono stati riferiti casi di 
pancreatite e neuropatie periferiche (o parestesie), sebbene non 
sia stato possibile stabilire un chiaro rapporto con l`uso della 
lamivudina. In pazienti con epatite cronica B non e` stata 
osservata alcuna differenza nell`incidenza di questi eventi fra 
pazienti trattati con lamivudina e con placebo. 
Casi di acidosi lattica, talvolta fatali, generalmente associati a 
epatomegalia grave e steatosi epatica, sono stati riferiti durante 
la terapia di associazione con analoghi nucleosidici in pazienti 
con HIV. Sono stati riferiti casi occasionali di tali eventi 
avversi in pazienti affetti da epatite B con epatopatia 
scompensata, tuttavia non vi sono prove che tali eventi fossero 
correlati al trattamento con lamivudina. 
4.9 Sovradosaggio 
La somministrazione della lamivudina a dosaggi particolarmente 
elevati negli studi di tossicita` acuta nell`animale non ha dato 
origine ad alcune tossicita` d`organo. I dati disponibili sulle 
conseguenze del sovradosaggio acuto per via orale nell`uomo sono 
limitati. Non vi sono stati decessi e i pazienti si sono 
ristabiliti. Non e` stato identificato alcun segno o sintomo 
specifico a seguito di sovradosaggio. 
In caso di sovradosaggio il paziente deve essere monitorato e 
sottoposto ad adeguato trattamento standard di supporto. 
L`emodialisi continua, sebbene non sia stata studiata, puo` essere 
usata nel trattamento del sovradosaggio in quanto la lamivudina e` 
dializzabile. 
5. PROPRIETA` FARMACOLOGICHE 
5.1 Proprieta` farmacodinamiche 
Gruppo farmacoterapeutico - analogo dei nucleosidi, codice
ATC:
J05A F05. 
La lamivudina e` un agente antivirale attivo contro il virus 
dell`epatite B in tutte le linee cellulari testate e negli animali 
con infezione sperimentale. 
Sia nelle cellule sane che in quelle infette, la lamivudina e` 
metabolizzata nel suo derivato trifosfato (TP), che rappresenta la 
forma attiva del prodotto originario. L`emivita intracellulare del 
trifosfato negli epatociti e` 17-19 ore IN VITRO. 
La lamivudina-TP funge da substrato della polimerasi virale 
dell`HBV. 
La formazione di ulteriore DNA virale e` bloccata per 
incorporazione della lamivudina-TP nella catena e sua successiva 
terminazione. 
La lamivudina-TP non interferisce con il normale metabolismo 
cellulare dei desossinucleotidi. Inoltre e` solo un debole 
inibitore delle DNA polimerasi alfa e beta dei mammiferi. Inoltre 
la lamivudina-TP ha scarsi effetti sul contenuto in DNA delle 
cellule dei mammiferi. 
In saggi sui potenziali effetti delle sostanze sulla struttura 
mitocondriale e sul contenuto e funzione del DNA, la lamivudina e` 
risultata priva di effetti tossici apprezzabili. Ha un bassissimo 
potenziale nel diminuire il contenuto di DNA mitocondriale, non 
viene incorporata all`interno del DNA mitocondriale in maniera 
permanente e non funge da inibitore della DNA polimerasi gamma 
mitocondriale. 
ESPERIENZA CLINICA 
Non esistono dati sull`efficacia della lamiduvina nei bambini di 
eta` inferiore a 16 anni. 
In studi controllati con placebo, in pazienti HBeAg positivi, un 
anno di terapia con lamivudina ha soppresso significativamente la 
replicazione dell`HBV DNA (nel 34-57% dei pazienti), normalizzato 
i livelli di ALT (nel 40-72% dei pazienti), indotto 
sieroconversione HBeAg (scomparsa di HBeAg e HBV DNA con 
rivelazione di HBeAb, nel 16-18% dei pazienti), miglioramento 
istologico (nel 38-52%) dei pazienti) e ridotta progressione di 
fibrosi (nel 2-17% dei pazienti). 
La sieroconversione BHeAg si e` mantenuta in 26 dei 29 pazienti 
seguiti per almeno 12 mesi dopo la sospensione del trattamento. 
In pazienti che non hanno avuto la sieroconversione HBeAg, durante 
l trattamento, la sospensione della lamivudina determina una 
ricomparsa della replicazione dell`HBV con un ritorno sia del DNA 
dell`HBV e dei valori sierici di aminotransferasi ai valori pre- 
trattamento entro 2-6 mesi. 
L`incidenza di varianti YMDD dell`HBV (vedi speciali 4.4 Speciali 
avvertenze ed opportune precauzioni per l`uso) rilevate attraverso 
la reazione a catena della polimerasi, aumenta con la durata del 
trattamento; 20% dopo un anno, 53% dopo tre anni, e puo` essere 
piu` alta nei pazienti immunocompromessi. Nei pazienti con 
varianti YMDD alcuni benefici sui marker biochimici e virologici 
sono mantenuti dal trattamento continuo, e i pazienti possono 
andare incontro a sieroconversione HBeAg. Tuttavia, i dati 
istologici sono limitati e le implicazioni cliniche a lungo 
termine di tali varianti durante il trattamento continuato con 
lamivudina, non sono ancora state pienamente stabilite. 
Le varianti YMDD dell`HBV, sembrano avere una minor capacita` 
replicativa in vivo e il 53% ritorna al tipo selvaggio entro 4 
mesi dalla sospensione del trattamento. 
Nei pazienti che seguivano la terapia, la presenza di un valore di 
ALT maggiore 1.3 volte il limite superiore del range di 
riferimento e simultaneamente di un singolo valore sierico di HBV 
DNA superiore a 
20 pg/ml nel test di ibridizzazione, era associato con un 99% di 
possibilita` di ospitare la variante YMDD dell`HBV. 
Dati preliminari seppur limitati a 65 pazienti, indicano, che 
l`efficacia della lamivudina nei pazienti con infezione da mutante 
pre-core dell`HBV, puo` essere simile a quella vista in quei 
pazienti con infezione da tipo selvaggio dell`HBV, per esempio 71% 
soppressione dell`HBV DNA 60% normalizzazione dell`ALT e 38% 
miglioramento nella valutazione Knodell HAI ad un anno di 
trattamento. 
Studi controllati con placebo non sono stati condotti in pazienti 
con malattia epatica scompensata. 
Dati da studi non controllati in questa popolazione di pazienti, 
ove la lamivudina era stata somministrata prima, durante e dopo 
trapianto di fegato, hanno dimostrato un effetto inibitore sui 
livelli sierici di DNA dell`HBV (51-75% dei pazienti) e una 
normalizzazione delle aminotransferasi sieriche (63-83% dei 
pazienti). 
Il trattamento con lamivudina per un anno e` stato confrontato con 
il trattamento con lamivudina per due mesi seguito dal trattamento 
per 4 mesi di interferone + lamivudina in pazienti mai sottoposti 
a trattamento e non rispondenti ad interferone. Gli and point sono 
stati valutati ad un anno: 
- sono stati osservati risultati simili nei pazienti non 
rispondenti all`interferone e nei pazienti mai sottoposti a 
trattamento, 
- il trattamento concomitante con lamivudina e interferone non ha 
dimostrato significativi benefici in confronto a quello con la 
sola lamivudina. 
5.2 Proprieta` farmacocinetiche 
ASSORBIMENTO:
la lamivudina e` ben assorbita nel tratto 
gastrointestinale, e la biodisponibilita` della lamivudina orale 
negli adulti e` compresa normalmente tra l`80 e l`85%. A seguito 
di somministrazione orale, il tempo di picco (Tmax) medio della 
concentrazione sierica massima (Cmax) e` di circa 1 ora. A dosi 
terapeutiche, cioe` 100 mg/die, la Cmax e` dell`ordine di 1,1-1,5 
micro g/ml, ed i valori minimi sono 0,015-0,020 micro g/ml. 
La somministrazione della lamivudina in concomitanza con il cibo 
determina un ritardo del Tmax e una diminuzione del Cmax (ridotto 
fino al 47%). Tuttavia, non essendo influenzato il tasso 
(calcolato in base alla AUC) di lamivudina assorbita, la 
lamivudina puo` essere somministrata con o senza cibo. 
DISTRIBUZIONE:
studi in seguito alla somministrazione per via 
endovenosa mostrano che il volume medio di distribuzione e` pari a 
1,3 l/kg. La lamivudina mostra una farmacocinetica lineare 
nell`ambito delle dosi terapeutiche ed evidenzia una bassa 
percentuale di legame plasmatico con l`albumina. 
Dati limitati mostrano che la lamivudina penetra nel sistema 
nervoso centrale e raggiunge il fluido cerebrospinale. Il rapporto 
medio tra la concentrazione della lamivudina nel liquor e nel 
siero, dopo 2-4 ore dalla somministrazione orale, e` di circa 
0,12. 
METABOLISMO:
La lamivudina viene escreta, immodificata, 
principalmente per via renale. A causa del limitato metabolismo 
epatico (5-10%) e del ridotto legame con le proteine plasmatiche, 
e` bassa la probabilita` di interazioni metaboliche di altre 
sostanze con la lamivudina. 
ELIMINAZIONE:
il valore medio di clearance sistemica della 
lamivudina e` circa 0,31/h/kg. 
Il tempo medio di eliminazione osservato e` compreso fra le 5 e 
le 7 ore. La lamivudina e` prevalentemente escreta immodificata 
nelle urine attraverso filtrazione glomerulare e secrezione attiva 
(sistema di trasporto dei cationi organici). La clearance renale 
e` responsabile del 70% dell`eliminazione della lamivudina. 
CATEGORIE SPECIALI DI PAZIENTI:
Studi in pazienti con insufficienza renale mostrano che 
l`eliminazione della Lamivudina e` influenzata dalla disfunzione 
renale. E` necessaria una riduzione della dose in quei pazienti 
con clearance della creatinina inferiore a 50 ml/min (vedi 4.2 
Posologoa e modo di somministrazione). 
La farmacocinetica della Lamivudina non e` modificata dalla 
disfunzione epatica. Dati limitati su pazienti sottoposti a 
trapianto di fegato mostrano che lo scompenso della funzionalita` 
epatica non influenza la farmacocinetica della Lamivudina in 
maniera significativa, a meno che non si accompagni a disfunzione 
renale. 
Sulla base del profilo farmacocinetico della Lamivudina e` 
ipotizzabile che nei pazienti anziani il normale invecchiamento 
con il concomitante declino della funzionalita` renale non abbia 
significativi effetti clinici sull`esposizione alla Lamivudina, se 
si escludono i pazienti con clearance della creatinina inferiore a 
50 ml/min. (vedi 4.2 Posologia e modo di somministrazione). 
5.3 DATI PRECLINICI DI SICUREZZA 
Negli studi di tossicita` nell`animale, la somministrazione di 
Lamivudina ad alte dosi non e` stata associata ad alcuna rilevante 
tossicita` d`organo. Alle dosi piu` elevate, sono stati osservati 
effetti minori sugli indicatori della funzionalita` epatica e 
renale, olte che occasionali riduzioni nel peso del fegato. Una 
riduzione del numero di eritrociti e di neutrofili e` stata 
identificata come l`effetto probabilmente piu` rilevante dal punto 
di vista clinico. Questi eventi sono stati riferiti raramente 
durante gli studi clinici. 
La Lamivudina non si e` dimostrata mutagena nei test sui batteri 
ma, come molti analoghi dei nucleosidi, ha presentato attivita` in 
un test citogenetico in vitro e nel test sul linfoma del topo. La 
Lamivudina non e` genotossica in vivo a dosi che inducono 
concentrazioni plasmatiche circa 6`-70 volte piu` alte dei livelli 
plasmatici previsti in ambito clinico. 
Poiche` l`attivita` mutagena in vitro della Lamivudina non e` 
stata confermata dai test in vivo, ne consegue che la Lamivudina 
non dovrebbe rappresentare un rischio genotossico per i pazienti 
in trattamento. 
I risultati di studi a lungo termine di cancerogenesi con la 
Lamivudina nel ratto e nel topo non hanno mostrato alcun 
potenziale cancerogeno. 
6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 
6.1 Elenco degli eccipienti 
Le compresse sono di color caramello, rivestite con film, a forma 
di capsula, biconvesse, con impresso GX CG5 su un lato e 
contengono i seguenti eccipienti: 
Nucleo della compressa: 
Cellulosa microcristallina 
Sodio amido glicolato 
Magnesio stearato 
Rivestimento della compressa: 
Ipromellosa 
Titanio biossido 
Polietilenglicole 400 
Polisorbato 80 
Ossidi sintetici di ferro giallo e rosso 
6.2 INCOMPATIBILITA` 
Nessuna riferita 
6.3 PERIODO DI VALIDITA` 
Tre anni 
6.4 SPECIALI PRECAUZIONI PER LA CONSERVAZIONE 
Conservare a temperature non superiori ai 30 gradi 
6.5 NATURA E CONTENUTO DELLA CONFEZIONE 
Confezione contenente 28 o 84 compresse rivestite con film in 
blister A1/PVC 
6.6 ISTRUZIONI PER L`IMPIEGO E LA MANIPOLAZIONE 
Nessuna istruzione particolare 
7 TITOLARE DELL`AUTORIZZAZIONE ALL`IMMISSIONE IN COMMERCIO 
Glaxo Group Ltd 
Greenford Road 
Greenford 
Middlesex UB6 ONN 
Regno Unito 
8 NUMERO DI ISCRIZIONE NEL REGISTRO COMUNITARIO DEI MEDICINALI 
EU/1/99/114/001 (28 compresse) 
EU/1/99/114/002 (84 compresse) 
9 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE RINNOVO DELL`AUTORIZZAZIONE 
29 LUGLIO 1999 
10 DATA DI REVISIONE DEL TESTO